Badante Tiburtina
Questa scheda è stata visualizzata 129 volteIl termine Badante Tiburtina fino a pochi anni fa considerato “politicamente” scorretto, è ormai entrato non solo nel lessico comune, forte di una valenza immediatamente connotativa, ma in tutti i vocabolari della lingua italiana. E l’immagine di queste donne straniere, nelle case abitate dai nostri vecchi e per le strade anche dei più piccoli e sperduti centri abitati della Penisola, è ormai parte integrante della geografia umana di una società – come la nostra – in progressivo invecchiamento. Una presenza ormai esplicita, palese, ma al tempo stesso discreta, nascosta, dai confini labili, della quale non conosciamo neppure le dimensioni; secondo una ricerca condotta nel 2013 dal CENSIS in collaborazione con l’ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) le donne straniere nelle case degli italiani sarebbero 1.655.000, con un aumento del 53% in 10 anni In realtà, secondo studiosi attenti di questo fenomeno, tale dato ricomprenderebbe anche donne impiegate come colf o baby sitter; secondo questi Autori oggi in Italia le assistenti familiari impiegate nell’assistenza agli anziani sarebbero 830.000, per il 90% straniere e in maggioranza senza un contratto di lavoro. Tenendo presente che una parte di esse può assistere anche due persone, il numero di anziani ultra 65enni assistiti da una badante si può ragionevolmente stimare intorno al milione: un numero superiore alla somma degli anziani assistiti a domicilio (sono meno di 700.000) e ricoverati nelle strutture residenziali (poco più di 300.000 nel 2010)
Da questa figura ne sono sorte delle altre altrettanto utili Badante Tiburtina
Si tratta di un fenomeno quello delle Badante Tiburtina iniziato in sordina e aumentato in maniera esponenziale a partire dagli anni Novanta, accompagnato da una parallela riduzione delle assistenti familiari di origine italiana. Con un trend di crescita continuo, che solo recentemente, come vedremo, evidenzia un rallentamento per gli effetti della crisi economica. Il fenomeno delle badanti, e i problemi che tale fenomeno spontaneo e largamente incontrollato porta con sé, meritano di essere affrontati da almeno 3 punti di vista quello del nostro sistema di welfare: da dove nasce la richiesta delle badanti, come la loro presenza influisce sulla realtà attuale e sul futuro del nostro stato sociale; quello delle dirette interessate, le badanti: quali biografie si nascondono dietro un profilo collettivo largamente anonimo, quali storie familiari, quali motivazioni, speranze, delusioni, vissuti; quali ricadute, positive ma anche in larga misura negative, ha il loro emigrare sulla loro salute, sulle famiglie che restano in patria, sui loro Paesi; quello delle famiglie che ne utilizzano le prestazioni e degli anziani che ne sono assistiti. Il rapido imporsi della presenza delle badanti rappresenta l’ennesima conferma del ruolo della famiglia quale pilastro essenziale del welfare nel nostro Paese. Già negli anni passati intitolava significativamente un suo volume sul modello di welfare del nostro Paese “Stato di famiglia”
Occorre avere tanta pazienza con gli assistiti Badante Tiburtina
La badante Tiburtina è un modello familista di welfare tipico dei paesi dell’Europa mediterranea, che si caratterizza per la limitata offerta di servizi pubblici di cura e l’attribuzione di responsabilità (anche legali) alla famiglia (5): vero e proprio ammortizzatore sociale, a fronte di una limitata disponibilità di servizi di mercato e di servizi pubblici. È noto che l’Italia, nonostante sia ai primi posti al mondo per tasso di invecchiamento e speranza di vita, destina alle cure continuative, alla long term care, solo l’1.28% del proprio PIL, molto meno delle altre nazioni del centro e nord Europa (3); inoltre quasi la metà di tale spesa è rappresentata da trasferimenti monetari alla famiglia.
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